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Ho trovato la vera vita

Paola

I miei genitori sono divorziati da quando io ero molto piccola, ma non ho mai avuto problemi fin quando mio padre non ha trovato un'altra donna. Non l'ho mai potuta sopportare. Aveva perfino delle tendenze strane (diciamo che, quand'ero nella prima fase di sviluppo, avrebbe tanto voluto toccarmi, ed ogni tanto ci provava…). Da quando arrivò lei i rapporti con mio padre cambiarono. Lui era diventato freddo e non giocavamo praticamente più insieme. Nonostante la mia tenera età, provai a parlargli dei miei problemi dovuti alla sua donna, ma papà pensava che dicevo così perché ero piccola e che da grande avrei cambiato idea. Io capii ciò e mi fece molto male. Si creò un vuoto in me, che riuscii a colmare solo quando incontrai un ragazzo stupendo, dolce e nelle stesse mie condizioni. Avevo 12 anni e lui 14. Questo ragazzino divenne in poco tempo la mia vita, mi conquistò con calma e gentilezza. Mi scriveva lettere d'amore… Eravamo una cosa sola. Tutto però finì con l'estate, quando lui (che si chiama Andrea) andò a lavorare in Liguria. Lascio perdere tutte le liti che ci separarono… Ma Andrea era il mio ossigeno e non riuscivo a stare senza lui , che non mi voleva più sentire. Cominciai, così, a picchiarmi (come i pazzi) ed a sferrare pugni al muro fino a farmi male. Una volta mi tirai dei pugni sulla faccia fino a farmi comparire un livido che dalla tempia scendeva fino alla guancia (dissi a mamma che mi ero picchiata con un ragazzo). Proprio quell'estate subii degli abusi sessuali le cui ferite mi sono portata dietro fino al giorno della mia salvezza… La mia vita non aveva più senso. Nessuno aveva bisogno di me. Continuavo a farmi male, finché non seppi che Andrea si vedeva con un'altra. Da quel giorno cominciai a pensare al suicidio. La morte era il mio unico pensiero, il primo del mattino e l'ultimo della sera… Ricordo che spesso supplicavo quel Dio di cui parlava mia mamma di farmi morire sotto un tir, ma anche quel Dio era lontano da me. Vivevo nell'inferno. Avevo bisogno d'amore. Così iniziai a conoscere tanti ragazzi, in attesa di incontrarne uno che riuscisse a tappare quella voragine di solitudine che si era creata in me. Ne trovai uno a 14 anni. Lui si chiama Alessandro e ne aveva 18. 
Questo ragazzo mi amava tanto, troppo, per una che non riusciva più a ricambiare, perché, diciamocela tutta, avevo avuto troppe delusioni e non credevo più all'amore. Con lui divenni schiava del mondo e del peccato. Penso che l'unico peccato che io non abbia commesso sia “non uccidere”. Alessandro cominciò a succhiarmi l'energia vitale, mi isolò perfino dagli amici. Provai a lasciarlo dopo 3 mesi, ma avevo paura che si facesse fuori dalla disperazione, e così lo sopportai per 1 anno ed 1 mese. In questo periodo mia mamma subì molte prove e spesso le chiedevo dov'era il suo Dio. Una sera lei mi raccontò la storia di Giobbe, delle sue prove e dei doni che gli fece il Signore per la sua fede… e ne rimasi colpita. Così ripresi quella Bibbia che anni prima avevo abbandonato dentro una cassapanca e cominciai a leggerla… Ma i peccati che continuavo a commettere ed il mio fidanzato, impedivano una mia costanza nella letture della Parola. Ad un tratto, i miei peccati divennero troppo pesanti: il pensiero della morte, nonostante l'amore del mio ragazzo, continuava ad essere sempre nella mia mente. Così chiesi al Padre Celeste di darmi la forza di lasciare quel ragazzo che mi teneva schiava del sesso, perché sapevo che non era buono agli occhi del Signore. Dio mi dette la forza ed il giorno dopo riuscii a lasciarlo. Cominciai ad andare in chiesa, a leggere la Bibbia quasi tutti i giorni. Mi sentivo bene, sapevo che quella era la via, ma la tristezza regnava ancora dentro me . Tutto fino al 25 Aprile 2003, giorno di un raduno giovanile. Il Signore mi parlò precisamente e si servì del pastore per elencare AD UNO AD UNO i miei problemi. Durante le preghiera chiesi a Dio di liberarmi da tutti i peccati e di aiutarmi a seguirLo ed a fare la Sua volontà. Gli chiesi inoltre di eliminare i pensieri di morte con cui vivevo ormai da anni. Mi sentii lavare, rinascere. Da quel giorno non ebbi più brutti pensieri. Sul mio viso tornò quel sorriso che non conoscevo più! E' una storia lunga, ma piena della dimostrazione della Gloria di Gesù Cristo. 

Ricominciare si può

Maurizio

Ciao a tutti,
innanzitutto mi presento, mi chiamo Maurizio Visioli, sono nato a Casalmaggiore nel 1956 dove tuttora vivo ed ho deciso di pubblicare la mia testimonianza di vita affinché possa essere un mezzo di incoraggiamento e speranza verso tutti quelli che non riescono a dare un senso alla propria vita o che magari stanno passando un momento di buio e che guardando al futuro vedono tutto nero. Cambiare vita si può, Gesù ha cambiato la vita di milioni di persone, ha cambiato la mia vita e può cambiare anche la tua.
 
Una infanzia triste
Ciò che ricordo da piccolo era una madre dolce e amorevole, ma a motivo della sua salute era sempre avanti e indietro per degli ospedali fino al giorno in cui, prima ancora di compiere dodici anni, il tumore invase il suo corpo e di lì a poco mi ritrovai orfano. Sono cresciuto con un padre che non sapeva nemmeno se esistessi, per lui (così mi diceva) la mia nascita era semplicemente uno sbaglio. Dopo la morte di mia mamma, un grave incidente stradale ci portò dritti all'ospedale, io me la cavai con un trauma cranico e dei punti, ma mio padre che era alla guida dell'auto aveva poche speranze di sopravvivenza. C'è voluto un miracolo di Dio per farlo sopravvivere dopo la ricostruzione dei suoi organi interni e quasi due anni per rimettersi in piedi a seguito delle fratture al femore e al bacino. Sono dunque cresciuto per alcuni anni con la nonna fino a quando mio padre la fece allontanare avendo iniziato una convivenza con una donna che da allora assumeva la carica di matrigna. L'infelicità, la mia natura timida e chiusa, mi creò problemi nelle relazioni sociali e nella scuola in particolare a causa del bullismo. L'unico spazio che mi permetteva di stare un po' bene era la vita sregolata del bar dove, però, regnava ogni tipo di vizio, dall'alcol alle sigarette, dal gioco delle carte alle scommesse come pure la droga.
 
Il matrimonio
Il mio desiderio principale è sempre stato quello di dare un colpo di spugna alla mia vita formandomi una famiglia come si deve, dove poter creare il mio ambiente, il mio angolo di pace e ricevere in essa ciò che non avevo mai avuto cioè affetto ed amore. Così dopo aver reso gravida la mia ragazza che a quel tempo aveva diciotto anni, pur essendo molto giovani, ci sposammo. Per alcuni anni abbiamo vissuto dei momenti felici, avevamo la nostra casa, una attività che rendeva bene, una bambina meravigliosa… insomma non ci mancava nulla. Devo dire però che a Satana questi bei quadretti non piacciono. Quando la nostra storia stava per volgere al tramonto, dopo aver cercato vari punti in comune sui quali andare avanti, alla fine ciò che prevalse fu la motocicletta, ma questa scelta terminò in un grave incidente dove senza l'intervento miracoloso di Dio (sono sopravvissuto ad un impatto contro un tir alla velocità di 140 km/ora…), avrei posto fine ad una vita senza senso. Ci vollero comunque diverse operazioni seguite da anni di sedia a rotelle e stampelle per tornare in qualche modo a camminare.
 
Il secondo matrimonio
In realtà il secondo matrimonio iniziò e rimase una convivenza anche dopo il divorzio con la prima moglie. Le mie aspettative di un secondo matrimonio, di una vita felice con dei futuri bambini, dopo otto anni di convivenza andarono in fumo. Le mie intenzioni erano decisamente serie, avevo comprato la casa intestandola ad entrambi, le avevo aperto una attività tutta per lei, la avevo regalato una macchina nuova, la portavo nei ristoranti più belli, cucinavo per lei ed una colf faceva le pulizie di casa. Insomma le facevo fare una bella vita, ma di sposarsi e di avere figli diceva sempre che c'era tempo e alla fine non ne voleva più sentir parlare. Ben presto preso dallo scoraggiamento e dalle tentazioni di Satana finii col cercare l'amore a pagamento. Il mio secondo tentativo di farmi una vita con le mie forze fallì miseramente ed io mi sentivo veramente sporco fino al punto di cadere nella trappola di internet e della pedofilia.
 
Dopo la pioggia viene il sereno splende in cielo l'arcobaleno
È una filastrocca da bambini, ma racchiude in sé una grande verità infatti quando le cose vanno talmente male che peggio di così non si può, non rimangono che due alternative, o dare ascolto a Satana il quale sicuramente ti spinge al suicidio o gridare al creatore che metta mano nella tua vita.
Probabilmente nel mio caso per Dio era necessario che oltrepassassi il punto di non ritorno per capire di dover smettere di combattere la vita con le mie sole forze e per muovermi a cercare il Signore. Molti di noi vivono la loro bella vita mediocre e non sentono alcun bisogno di avere a che fare con Dio perciò egli a volte permette delle situazioni spiacevoli affinché da quelle prove ne usciamo vincenti e fortificati.
Ho sempre creduto in Dio, sono stato battezzato e cresimato, ho seguito i classici insegnamenti di catechismo, sapevo chi era il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo ma allo stesso tempo non pensavo che potessero fare qualcosa per me in questa vita ma piuttosto in una vita futura da qualche parte del cielo in una forma incorpora e senza un idea chiara del senso di tutto ciò. Un giorno, però, guardandomi allo specchio (cioè dentro) mi resi conto della mia totale alienazione da Dio. Oppresso dai miei peccati, senza speranza nel mondo, incapace di salvarmi da solo sia in materialmente che spiritualmente (da una pianta malata non si possono avere frutti buoni), invocai Dio dicendo più o meno così "Signore, se è vero che esisti fai qualcosa perché io non ce la faccio più".

Le vie del Signore non sono le nostre vie… a volte ci aspettiamo di vedere le cose realizzate secondo i nostri schemi, ma lui conosce delle strade che noi non conosciamo e che a volte nemmeno comprendiamo se non camminandoci per fede. Un giorno non so nemmeno perché lo feci, ma diedi un passaggio ad una ragazza giovane di colore che da poco si era stabilita in Italia. Non ci volle molto per comprendere che era in difficoltà sia per la lingua che per tutto il resto ed anche lei stava pregando il Signore per avere soccorso. Contrariamente ad ogni pensiero razionale, decisi di aiutarla spendendo gli ultimi miei risparmi per coprire i suoi debiti. Dentro di me pensavo "non ho mai fatto nulla di buono e se la mia vita deve finire qui almeno avrò fatto una buona azione".
A quel tempo mio padre ormai vecchio, decise di regalarmi tre appartamenti così da averne una rendita. Subito andai a vivere in uno di essi e portando con me Nkechi (così era il nome di quella giovane Nigeriana) e la assunsi in qualità di collaboratrice domestica. Questo le rese possibile ottenere i documenti di soggiorno mentre da parte mia mi risultava di grande aiuto in casa. Inutile dire che la gente del mio paese mi credeva fuori di testa.
 
La conversione
Ben presto scoprii che Nkechi era una Cristiana evangelica avendo ella espresso il desiderio la domenica di partecipare agli incontri Cristiani della sua chiesa e decisi di seguirla nonostante la sua riluttanza. In quegli incontri riscoprii la Bibbia, una raccolta di scritti storici dove si può conoscere tutto quello che c'è da conoscere riguardo Dio, il suo carattere, la sua legge divina ed anche il suo piano di salvezza verso l'umanità messo in atto dal Cristo, il salvatore del mondo. Non mi è stato difficile credere in ciò che la Bibbia dice infatti pur essendo stato un cattolico non ho mai ritenuto che la religione fosse l'autorità primaria in termini di relazioni con Dio e questo mi ha aperto gli a comprendere molte cose di ciò che era scritto ed allo stesso tempo anche i molti errori che la religione porta avanti. Devo dire che in passato, altre volte ho cercato di leggere la Bibbia e comprenderla, ma rimaneva sempre come un libro chiuso ed incomprensibile. Il Signore mi stava aprendo gli occhi e dando la fede per credere, io stesso volevo credere e mi approcciavo alla scrittura come ci si potrebbe accostare un bambino (senza dubitare e senza contendere). Mi fu detto che dovevo fare la preghiera della salvezza. La feci una prima volta e poi altre volte nei mesi successivi. Mi feci pure battezzare per immersione fino alla vigilia di natale dello stesso anno quando il Signore entrò nel mio cuore con potenza. Quella sera chiesi perdono a Dio e di cambiare la mia vita e fu così che piansi ininterrottamente tutte le lacrime che non avevo mai versato sin da quando ero piccolo e dopo tre ore cominciai a sentire la pace e la gioia di Dio. Da allora sto vivendo nella pace e nella gioia di Dio e niente me la può togliere nemmeno le tribolazioni e sofferenze della vita alle quali tutti siamo esposti.
Ora avevo ristabilito il mio rapporto con Dio, potevo parlargli, sapevo che era presente e compresi pure che di fatto egli è stato sempre presente nella mia vita e mi aveva sempre protetto e difeso dal male che mi stava intorno, egli fu presente quando frequentavo le cattive compagnie e anche durante quel terribile incidente infatti solo così si poteva spiegare quella forza invisibile che mi sollevava verso l'alto e mi proteggeva da quell'impatto mortale.
 
Il terzo matrimonio
Ora ero convertito ma non sapevo bene cosa mi sarei dovuto aspettare in futuro dal Signore, tutto ciò che volevo fare era di "cercare il regno di Dio e la sua giustizia" poiché come dice il Vangelo di Matteo "tutte le altre cose mi sarebbero state sopraggiunte". Il Signore quando compie un’opera non la lascia a metà, infatti dopo varie peripezie che avrebbero dovuto allontanare da me Nkechi per motivi di coscienza, il pastore della chiesa mi disse invece che lei rientrava nel piano di Dio e che avrei dovuto sposarla. C'era molta differenza di età tra di noi infatti lei ha praticamente è coetanea della mia prima figlia, ma i suoi genitori erano d’accordo così accettò la mia proposta di matrimonio. Mi sembrava una cosa quasi impossibile che a 45 anni si potesse ricominciare da capo, ma con Dio si può, non c'è nulla di impossibile per Dio.
 
Le benedizioni di Dio non finiscono mai
Quando dico che con Dio tutto è possibile intendo dire che il Signore è veramente meraviglioso. Dopo due anni di matrimonio ci è nata una bambina stupenda, nell'aspetto e nel colore infatti è di un bellissimo color caffèlatte, ma non è finita qui, dopo quattro anni ora abbiamo anche un meraviglioso maschietto di 5 mesi. Il Signore ci ha pure stabilito in una chiesa di fratelli adorabili coi quali siamo molto in comunione.
Davanti al cambiamento avvenuto nella mia vita per averlo invocato come potrei dubitare di tutte le altre sue promesse? Sì, il Signore è venuto sulla terra prendendo un corpo umano, compiendo un atto di amore è morto sulla croce per pagare la colpa dei miei peccati (e anche dei tuoi), è risorto il terzo giorno dai morti vincendo sulla morte e sul peccato, il giusto ha dato sé stesso per gli ingiusti affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna.
Oggi mi sento un uomo nuovo, rinato di dentro e di fuori, vivo ogni giorno che il Signore mi dona da vivere su questa terra come una esperienza nuova da gustare sia nella gioia che nel dolore, proclamo la sua parola ed il suo messaggio di salvezza a tutti quelli che hanno orecchi per ascoltare, offro il mio aiuto verso chiunque il Signore mi guida a fare, la mia casa è diventata la sua casa, non temo la morte poiché so di aver ricevuto il suo perdono e che al momento giusto mi darà un nuovo corpo per vivere nei nuovi cieli e nella nuova terra che ha già preparato per tutti quelli che hanno creduto in lui. Posso anch'io come L'apostolo Paolo dire "dove il peccato è abbondato, la sua grazia è sovrabbondata".
 
Conclusione
Se ancora non conosci il Signore o fino ad oggi hai camminato come se non esistesse, ti invito a cercarlo, ad invocare il Signore (Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato Rom.10:13).Egli ti offre liberamente il perdono, la salvezza, una nuova vita su questa terra ed una nuova vita nel suo regno a venire.
 
Il Signore ti benedica

Cristianamente abile!

Davide

E’ un onore poter riscrivere la mia testimonianza ed avere l'opportunità di dare, grazie a Dio, speranza e incoraggiamento a chi ne ha bisogno. Mi chiamo Davide, vivo a Sesto San Giovanni (Milano) sono nato il 22/09/1971 e dall’età di 16 anni, cioè dal 3/07/87 convivo, abbastanza bene, con un’emiparesi sinistra causata da un trauma post-operatorio dovuto ad un'asportazione tumorale (gangliglioma - 17 casi in Italia) nella zona cerebrale destra. Da quel giorno la mia vita cambiò!
Da giovane sportivo ma ribelle, con un probabile futuro incerto, difficile e senza un vero scopo, divenni disabile, ma scoprii in seguito di aver acquistato una sensibilità particolare, una forza ed un coraggio incredibili! Sempre pronto ad accumulare dentro di me l'aiuto, l'affetto, l'amore da parte di tutti (era gia la bontà di Dio che stava operando in me), non finirò mai di ringraziare Dio, la famiglia, gli amici. Subito dopo essere uscito dall’ospedale, passai circa 10 anni a lavorare duramente, a fare la riabilitazione, cose che mi portarono ad essere totalmente autonomo. Furono però anche anni di sbandamento, in cui non s’intravedeva alcunché di positivo. Ricordo che furono molto bui, pieni di solitudine e di rabbia verso tutto il mondo e la famiglia. Eppure, quei semi che Dio aveva seminato durante il mio periodo in ospedale in fondo al mio cuore, cominciarono a crescere stimolando il mio desiderio di poter ripagare quel amore ricevuto aiutando, a mia volta, il prossimo. Così, nel gennaio del 2001 la mia vita cambio di nuovo. Infatti, un’amica conosciuta in circostanze davvero strane, mi fece incontrare l’unica persona che mi avrebbe riconciliato con la mia malattia, trasformando la mia rabbia in amore, dandomi la possibilità di aiutare il prossimo per mezzo Suo, ma soprattutto conobbi il Suo amore… il suo nome è Gesù. Egli è veramente un amico, un fratello, è colui che illumina la nostra vita dandoci uno scopo, ed è colui che attraverso il Suo amore ci dà la forza per superare ogni ostacolo e ogni barriera architettonica, culturale e psicologica riempiendoci di nuova gioia, speranza e guarigione!
Con la mia vita e con queste righe vorrei dire a tutti i diversamente abili o chi sta passando un periodo di sofferenza, di andare oltre le circostanze e le afflizioni, non lamentandosi contro chi ci circonda e contro Dio, ma di confidare e di accedere completamente All’Amore che il nostro Padre Celeste ha per noi.

 E’ infatti dando più spazio alla grazia di Dio e al suo amore paterno nel nostro cuore che si può ricevere consolazione tanto da voler consolare altri ( 2Corinzi 1:4 "il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione”, si puo’ comprendere il perché a volte si debba passare dei tempi di afflizioni e di sofferenze e in questo tempo Gesu’ ci da la forza di vivere “come afflitti, eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo molti; come avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!” (2 Corinzi 6:10) continuando a gioire vivendo il piu’ possibile!. Infatti Possiamo danzare (“..Egli mutò il mio lutto in danza” Geremia 31:13), possiamo praticare sport o intraprendere viaggi missionari (sono stato in Albania nel 2006 con la missione Joni and Friends, in Argentina nel 2004 e nel sud-est asiatico nel 2005 con Missione Possibile onlus possiamo frequentare corsi come volontari ospedalieri o semplicemente vivere al centro e non ai margini della società, godendo della comunione con Cristo e con i fratelli di quella che diventera’ una nuova famiglia, la chiesa. Ma soprattutto desidero che sappiate che Gesu’ è un Dio misericordioso vicino a chi soffre che ha sofferto sulla croce e soffre tuttora per noi. Quando Egli permette una sofferenza è per la nostra crescita (Giacomo1:2-4 “Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate di fronte a prove di vario genere, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia in voi un'opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti.”) e salvezza (Romani8:28 ”Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento”) ma in questi momenti sappiate anche che Lui ascolta il nostro dolore (Salmo 107:19,20)“nell'angoscia, gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Mandò la sua parola, li guarì e li salvò dalla morte.” Offrendo sempre una una via di uscita!. Vi invito quindi a non mollare e continuare a sperare e a credere in un Dio fedele che nei suoi modi e tempi ci ristabilisce (1 Pietro 5:10 “Or l'Iddio d'ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua eterna gloria in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà Egli stesso, vi renderà saldi, vi fortificherà.”)e tutto questo grazie al Suo sacrificio pèr noi.(Isaia 53:5 “Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo perciò abbiamo la pace è su di lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti.”.

Dio ci benedica 

Ho cercato l'Eterno ed Egli mi ha risposto

Gianfranco

Vorrei raccontare di come stavo cercando il Signore e di come Lui si è fatto da me trovare. Nell'89 venni trasferito per motivi di lavoro a Rimini e, l'anno successivo, mi sposai nella chiesa del quartiere dove abito tuttora. Dal 90, fino ad aprile 97 , frequentavo la chiesa cattolica del quartiere, con vivo interesse, tanto da avere dei compiti all'interno della stessa. Il tempo passava ed il mio interesse alla Verità aumentava, fino al punto di chiedere, con insistenza, al parroco, di poter avere degli “studi biblici” o, comunque , di farmi conoscere maggiormente la Bibbia e chi fosse Dio. Venne accordato “a fatica” un giorno della settimana, nel quale doveva venir spiegata la Parola. Purtroppo, l'incontro dava un piccolo spazio allo studio e, subito, si passava a parlare di politica, sport, giocare a carte. Questo fare si protraeva nei vari incontri. Il tempo passava: si andava vuoti a messa e vuoti si tornava. Questa ricerca di verità nel mio cuore si faceva sempre più insistente. Incominciai a leggere la Bibbia da solo, un bel libro, delle belle storie, ma non riuscivo ad intenderne il vero contenuto spirituale. Nel frattempo, seguirono dei problemi nella parrocchia a motivo del conduttore; gli stessi mi fecero allontanare dalla stessa, con sempre più dubbi ed incertezze su Dio. Ricordo che un giorno, pensando tra me e me (riflettendo sui fatti accaduti), chiesi inconsapevolmente a Dio di mostrarsi se veramente esistesse… e così fu. 
Tornando a casa dal lavoro, sul pullman, notai un collega che stava leggendo la Bibbia; automaticamente, quasi inconsciamente, mi alzai e mi diressi verso di lui . Con lui cominciai a parlare dei vari problemi della fede, come se fosse stato uno di famiglia. Il tempo passava; ogni giorno, sul pullman, lui mi raccontava dei passi biblici ed io, interessato, ascoltavo come un bambino ascolta il papà quando gli racconta le fiabe: ero incantato da questa Verità. Pensavo, come cattolico, di essere nella Verità, ma, come Nicodemo, lo Spirito Santo parlò anche a me e mi fece capire l'importanza di nascere di nuovo . Come l'eunuco etiope mi ritrovai con un “Filippo” accanto a me che mi parlava della Verità: La feci mia. Non passava giorno senza leggere la Parola, parlandone poi in casa mia, anche se in quei momenti mi sentivo, così com' è scritto nel salmo 42, come quella cerva anelante al rivo d'acqua, bisognoso di nuove forze per parlare di Dio a mia moglie. Ma gloria a Dio! Nonostante vari problemi ed incertezze, mia moglie, dopo sei mesi, ha dato il suo cuore al Signore ed ora, anch'io, come Giosuè, posso dire: quanto a me e la casa mia serviremo l'Eterno . Vostro nel Signore - Gianfranco. 

Io l'ho conosciuto vivente!

Sergio

Cari amici, pace nel Signore. Faccio parte di una comunità di Civitanova Marche e Macerata. Ringrazio Dio per la salvezza, per la Sua grazia e per la pazienza che ha avuto con me. Egli ha aspettato circa 40 anni prima che Lo accettassi nella mia vita come personale Salvatore ed, in tutti questi anni, anche se ero lontano da Lui, il Suo amore mi ha protetto da molti pericoli. Provengo da una famiglia “normale” con mia madre cattolica, mentre io, mio padre e mio fratello, ci definivamo atei. Ringrazio Dio per la mia famiglia, perché, nonostante diversi problemi, siamo uniti e non mi è mai mancato nulla. Ringrazio il Signore anche per il mio lavoro (tecnico di laboratorio), perché è stato quasi fondamentale per conoscere Gesù. Ora voglio raccontare brevemente come Gesù si è “mostrato” a me. Il mio rapporto con Dio era terminato con il catechismo, ormai andavo in chiesa soltanto per le cerimonie. Ero un ragazzo spensierato, non andavo alla ricerca della verità, non mi creavo problemi. Conducevo una bella vita tra night club e casinò; avevo molti amici amiche . Questo tenore di vita, però, mi costava parecchio, tanto che, alle volte, dovevo ricorrere a prestiti, a bugie ed imbrogli. Moltissime volte mi dicevo che non sarei più andato in questi locali e non avrei più giocato a carte, ma puntualmente lo rifacevo. Nel 1996 venne a lavorare nel laboratorio ove lavoro una ragazza, all'apparenza senza tanti problemi. Con il passare del tempo, invece, vedevo che passava da momenti di gioia a momenti di sconforto, in cui scoppiava a piangere fino a rattristare anche me. Lei diceva di essere alla ricerca della verità, leggeva libri di filosofie Zen ed altri generi e credeva nella reincarnazione. Ma il suo stato d'animo non migliorava, anzi… Un giorno, però, si presentò al lavoro “diversa”, più serena, dicendo di aver fatto un'esperienza: aveva conosciuto Gesù. Io rimasi logicamente sorpreso, non capivo quello che voleva dirmi e pensavo che fosse “impazzita”. Così, lei iniziò a parlare di questo Gesù che le parlava, le rispondeva ed era vivente. Io continuavo a non capire e le dissi che se era un'esperienza vera, questa sua serenità sarebbe durata . Grazie a Dio questa esperienza è ancora viva in lei: questa gioia e questa pace durano ancora! Iniziai a rivolgerle le prime domande: che tipo di religione fosse, in cosa credeva e quali erano le differenze con la religione cattolica. Lei mi rispose che queste risposte le avrei trovate nella Bibbia. Ma io non avevo mai visto una Bibbia! Un giorno, però, lei me ne regalò una copia, iniziai a leggerla, solo che non capivo molto di quello che leggevo. Continuai a leggere e, piano piano , notai alcune differenze con quello che mi era stato insegnato, ma la cosa più importante era che il Signore incominciava a parlare al mio cuore. La vecchia vita mi piaceva troppo e non mi sentivo di rinunciare a tutto. Intanto, più che le parole di Silvia (questo è il nome di quella ragazza), era il suo comportamento che mi colpiva, perché non aveva più quelle crisi. 
Passarono diversi mesi prima di accettare il suo invito ad andare ad una riunione e, quando lo feci, era un sabato di novembre. Appena entrai nel locale, che Silvia chiamava chiesa, mi sedetti vicino all'ingresso. Dopo un po' iniziò la preghiera e rimasi colpito da quello strano modo di pregare. Pensavo che fossero tutti un po' pazzi e non vedevo l'ora di andare via. Con l'andare avanti nella riunione, però, qualcosa mi colpì, anche se non capivo cosa. Iniziai, allora, a frequentare saltuariamente quelle riunioni. Nel frattempo, continuavo per la mia strada: c'erano, così pensavo, troppe rinunzie da fare, e così rimandavo sempre la decisione di accettare Gesù nel mio cuore. Ad Aprile 1999 si tenne a Rimini un raduno giovanile, nel periodo di Pasqua (il sabato “santo”, per la precisione), a cui partecipai insieme ad altri giovani, soltanto perché sapevo che avrei passato un bel pomeriggio. Durante il culto, il pastore, che io non avevo mai visto, fece un esempio banale: lui diceva che per attraversare un fiume bisogna passare all'altra sponda, ma se ci si ferma nel mezzo del fiume, logicamente, il fiume non lo si è attraversato. Era la mia situazione: io mi trovavo nel mezzo del fiume perché mi sentivo attratto da Dio, ma non mi decidevo ad attraversarlo, perché dovevo logicamente lasciare tutto quello che mi teneva legato con “la vecchia vita”. Poi, il pastore fece un appello, dicendo che, chi desiderava essere salvato o guarito, se lo desiderava con tutto il cuore, lo poteva ricevere perché Gesù era in mezzo a noi. Non so spiegare cosa mi successe, ma per la prima volta chiesi perdono a Dio dei miei peccati, mi sentii un peccatore, ed iniziai a ringraziare Dio. Subito dopo, però, sorsero il dubbio che stavo agendo per retorica, che non lo facevo con il cuore, perché ero stato condizionato dal posto dove mi trovavo. Così, misi subito alla prova Dio come mi era stato detto e dissi: «Se quello che sto facendo lo faccio con il cuore, dammi un segno». Appena detto così, una sorella profetizzò in lingue, la cui interpretazione diceva: “Se guardi il mondo, sarai sempre tentato, ma se affidi la tua vita a Me e Mi scegli , il mondo non potrà nulla contro di te”. Ero con gli occhi chiusi, e sentii subito una presenza di Dio grandissima, che in testimonianza definisco “mostruosa”, per quanto Lo sentivo grande e così vicino a me, al punto che dovetti aprire gli occhi per vedere dove fosse Dio! Il 3 aprile 1999 fu, quindi, il giorno in cui accettai Gesù nel mio cuore come personale Salvatore. Quando , per la tradizione, Gesù è morto, io L'ho conosciuto vivente! Sono passati diversi anni e ci sono stati periodi difficili ma, nonostante le mie infedeltà, Lui è rimasto fedele. Dio ti benedica! 

Vincere la disabilità

Alessandro

Il mio nome è Alessandro, sono nato a Palermo il 19/11/1977. Provengo da una famiglia molto povera che aveva già tre figli, i miei parenti dicevano alla mia mamma: “più poveri siete e più figli fate, con solo 100.000 lire abortisci e ti togli il problema del quarto figlio”. La Mia mamma si confidò con un amico dell'intenzione di abortire. L'amico gli disse: “tu non sai ciò che Dio vuole fare di questo bambino e tu l'uccidi?” la mia mamma ascoltò il consiglio dell'amico andando contro tutta la famiglia. Già all'età di pochi mesi mi trovai a sopravvivere miracolosamente ad un pericolo improvviso! Camminando a carponi sul balcone di casa, m'infilai sotto la ringhiera e mia sorella di appena due anni mi tenne per le gambe gridando “mamma aiuto!”. Nel 1983 mia zia notò che zoppicavo e disse a mia madre di farmi controllare da un medico. Il dottore sospettò una paralisi a causa del freddo, ma dopo ulteriori accertamenti scoprirono che avevo un tumore al cervello (astrocitoma di II grado) grande come un mandarino (4cm circa). Tale tumore, necessitando neurochirurgia infantile, non era operabile nella citta' di Palermo ma era operabile a Messina o in alternativa in Francia. La scelta cadde su Messina, e lì fui operato. Ma non tutto il tumore fu asportato e dopo l'intervento entrai in coma di II grado e la guardia notturna disse a mia madre di avvisare se avesse visto qualcosa di anomalo e infatti durante la notte cominciai ad avere dei disturbi. Improvvisamente la fronte cominciò a muoversi in modo incontrollato e l'infermiere disse di non preoccuparsi perché doveva essere l'effetto di qualche medicinale assunto per l'intervento. Ma poi via via anche le sopracciglia, gli occhi e gli zigomi cominciarono a sbattere irregolarmente. Mia madre era sempre più agitata ma le fu detto che il medico di turno era impegnato in altre visite al piano di sopra…Finchè cominciai anche a schiumare dalla bocca, e la mia mamma prese a gridare aiuto disperatamente. Finalmente corse il medico chiedendo: “ che cosa è successo?” mi fecero una puntura di tranquillante e l'indomani mattina i medici si riunirono in consulto nella mia stanza dopo aver fatto uscire mia madre. Seppi in seguito da una ragazza dodicenne ricoverata in trazione nella stessa stanza che i medici affermarono che ero entrato in coma di II grado e che non c'erano più speranze di salvarmi. Perciò chiamarono mio padre affinché comunicasse la notizia a mia madre. Quando seppe la notizia, per la prima volta nella sua vita aprì il suo cuore a Gesù, pregando: “Signore ubbidendo alla tua voce non ho abortito ed ora tu mi vuoi togliere questo mio figlio che amo?” Contrariamente a tutte le previsioni, il giorno dopo mi svegliai dal coma e i medici iniziarono una cura sperimentale di chemioterapia e cobaltoterapia non localizzata ma estesa in tutto il corpo, causando grandi ulteriori problemi. Dopo poco tempo non ero più nemmeno in grado di digerire facilmente i cibi. I medici dissero ai miei genitori che il rischio di una metastasi sarebbe durato per almeno altri 10 o 15 anni (oggi si sa che tale tumore non provoca metastasi ma si espande dove e' localizzato). La difficoltà di camminare è durata per molti anni e sempre per strada molta gente mi guardava con pietà facendomi sentire diverso. Cominciando ad andare a scuola i problemi aumentarono perché i bambini si prendevano gioco di me e mi scartavano, mi abbassavano i pantaloni e mi deridevano per la mia paralisi. Non ero in grado di fare proprio nulla, nemmeno di giocare a pallone.

Un giorno mi diedero un tema su cosa avrei voluto fare da grande e piangendo mi accorsi di non avere una risposta. La maestra si accorse del problema al punto che mi cambiò il titolo del tema, camminando per la strada abitualmente i bambini mi sputavano, mi tiravano pietre, mi facevano persino la pipì addosso. Ben presto, arrivai ad essere depresso e non volevo più vivere e pensavo di suicidarmi. Odiavo me stesso e tutti gli altri attorno a me. Mi rinchiusi in casa non volendo più uscire. Mia mamma mi spingeva ad uscire, ma ogni volta che provavo andava sempre peggio. Ad esempio, una volta dovetti scappare dagli altri bambini al punto di dover tornare a casa scalzo. Cercando aiuto, diventai molto religioso rivolgendomi a un numero esagerato di immagini di santi e di madonne. Ma nessuna di esse rispondeva al mio grido finchè un giorno dissi: “mamma voglio vedere Gesù” lei mi rispose che per vederlo avrei dovuto morire e quindi non avrei più potuto vedere né mamma, né papà. M'interrogai dicendo:”non posso allora morire, vedere Gesù e tornare sulla terra dai miei genitori?” nel 1986 accadde qualcosa di particolare .Mio padre bestemmiò ed io mi arrabbiai dicendogli: ” papà devi pregare Gesù non maledirlo” per tutta risposta, mi allontanò da se con collera. In un angolo della casa iniziai a piangere ed all'improvviso vidi davvero Gesù . All'inizio non potevo vederlo in viso, ma poi lo vidi. Caddi in ginocchio e cominciai a ripetere la preghiera del “Padre nostro”. Terminata la visione, corsi da mia madre gridando: “mamma mi batte forte il cuore...” ero pazzo di gioia e le raccontai l'accaduto.

In principio non mi credette, ma poi quando vide che ero serio decise di indagare tra tutte le religioni di sua conoscenza se era davvero possibile incontrare Gesù. L'indomani, uscendo di casa, mia madre incontrò una signora con la quale non avrebbe mai voluto parlare prima essendo evangelica. E proprio a lei chiese se era possibile incontrare Gesù. La signora gli parlò di Gesù raccontandogli appunto di tante persone che ebbero la stessa esperienza. Tornata a casa mi raccontò tutto e decidemmo di recarci al negozio dove lavorava, nonostante la giornata di riposo settimanale la donna fu spinta da Dio a recarsi al negozio “vai ed apri perché ti mando una mia figliola”. In conseguenza a quell' incontro io e mia madre decidemmo per Gesù, confessammo i nostri peccati e accettammo il suo sacrificio per la salvezza delle nostre anime. Dopo qualche anno una voce mi disse: “tu andrai per il mondo a predicare l'evangelo”. Ma io rifiutavo quella voce a causa delle mie difficoltà fisiche, non essendo in grado ne di vestirmi né di lavarmi da solo. Nel 1992 venne a Palermo il gruppo “Cristo è la risposta” e cominciai a frequentarlo saltuariamente. Durante un incontro di preghiera ebbi una visione: volavo oltre le nuvole e mi trovai dinnanzi a Gesù che teneva tra le sue braccia il mio corpo pieno di ferite e sangue. Dove passava la sua mano scomparivano le mie ferite e il sangue. Inoltre indicandomi il cielo mi disse: “anche per te c'è un posto qui”. Solo in seguito capii che quella guarigione riguardava il mio cuore e che non avrei mai potuto parlare di Gesù continuando ad odiare me stesso e gli altri.
Decisi di unirmi al gruppo ma né i responsabili, né i miei genitori, né nessun altro era favorevole a questa decisione, mi fu detto di aspettare la maggiore età e con preghiere e lacrime passarono tre anni prima di potermi unire al gruppo. Finalmente il 3/03/95 entrai a far parte della missione “Cristo è la risposta”. Nel 1998 mi trovavo nella città di Crotone e provai a donare il sangue ad un centro di raccolta AVIS , mi affermarono che non era possibile perché sono troppo basso (sono alto 1,27cm a causa delle terapie subite) e che comunque mi avrebbero fatto un controllo generale del mio stato di salute. Subito dopo mi dissero: ”signor Sacco secondo le analisi, lei ha ben poco da vivere perché ha problemi di diabete, colesterolo, trigliceridi, tiroide, ipofisi, artrosi, scoliosi e osteoporosi” . Tornando alla missione cominciai a piangere e dissi al Signore: ”io non ho paura di morire, ho paura di soffrire perché ho già sofferto troppo nella mia infanzia”. Mentre ero in preghiera Gesù mi mostrò qualcos'altro. Vidi il mio corpo piccolo quanto un pollice e la mano di Dio che mi copriva dicendomi: “tu non morirai fino a quando la mia mano non si sposterà da te il tuo cammino sarà difficile e tortuoso ma non temere Io sarò sempre con te”.
In un'altra occasione, i medici mi dissero che a causa delle mie infermità dovevo lasciare la missione e recarmi in un centro per curarmi meglio. Nuovamente provato, tornai ai piedi di Gesù ed ebbi un'altra visione. Una luce splendente, un uomo seduto del quale non potevo vedere il volto ed io, piccolo, in piedi davanti a lui che mi diceva ”stai fermo, non ti muovere dal posto dove ti ho messo”. Ancora oggi i medici continuano a darmi solo due anni di vita a causa delle mie ulteriori difficoltà fisiche. Infatti, ho un polmone che non ventila e la mia allergia alla polvere e agli acari potrebbe causare un attacco asmatico mortale, ma io ho scelto di servire il Signore nella missione oltre qualsiasi circostanza avversa sapendo che Lui ha cura di me e posso avere pace solo stando alla sua presenza . Quindi se anche tu hai problemi sappi che ai piedi della croce c'è una risposta anche per la tua vita.

Alessandro è andato con il Signore nel 2012 mentre era in Messico per un viaggio missionario. Alcuni giorni prima di morire scrisse questo post ancora visibile su Facebook:
"Pace a tutti. Sono in partenza per il Messico. Volevo condividere con voi una cosa che mi è successa ieri domenica 4 marzo 2012. 
Ieri sera durante una riunione di preghiera il Signore mi ha dato una visione.
Vedevo me stesso di spalle, ero alto e magro e di fronte a me c'era una lunga scala  dorata. All'improvviso sono comparsi 4 scalini e io ho corso verso loro ed ho aperto una specie di porta. 
C'era un cielo di un azzurro stupendo e all'improvviso una fortissima luce mi ha attraversato il corpo ed una voce mi ha detto:"Manca ancora poco e ci incontreremo".
Io sono sereno. Pregate per me, per questo mio viaggio e per il mio precario stato di salute.
Ritornerò in aprile se Dio vorrà.
Un abbraccio a tutti voi in Cristo Gesù".

Cercavo Dio

Angel

Nel mese di dicembre dell’anno 1963 (avevo 13 anni) presi la decisione di cercare Dio. Era diventata una necessità da quando avevo capito l’inganno in cui vivevo dentro la chiesa che conoscevo.
In tutti quegli anni di ricerca per il mondo inciampai in diverse vie che dicevano di essere la via che portava a Dio ( Spiritismo, yoga, induismo, New Age, Magia, Stregoneria, e altre ancora).
Un fine settimana, dal 29 aprile al 1 maggio dell’anno 1999, quando ormai avevo 48 anni, il Signore Gesù toccò il mio cuore e mi disse: “ Non cercare più, io sono venuto per te ed ho permesso che tu possa percorrere tutte queste vie per formarti, ti ho protetto perché ti amo e voglio che tu dica al mondo che questo amore è per tutti quelli che vogliano accettarlo”.

Prima di conoscere il Signore Gesù come il mio Signore e Salvatore personale, io lo cercavo, adesso cerco anime nel mondo per mostrare loro l’unica via che porta a Dio. Voglio dir loro che Gesù, il figlio di Dio è lo stesso Dio, ed è venuto a perdonare i peccati ed a offrir la vita eterna. L’unica cosa che bisogna fare è accettarlo per fede.

Angel è andato con il Signore alcuni anni fa, testimoniando fino all'ultimo a tutti della sua fede in Cristo e del suo amore per la parola di Dio.

Ex omeopata e missionario

Federico

Mi chiamo Federico. Sono convertito da circa due anni, e così entrato nella grande famiglia dei figli di Dio, ed ho quindi il piacere di chiamarvi fratelli per avere lo stesso e unico Padre Eterno. Ho 49 anni, quasi tutti spesi al servizio del prossimo in opere di volontariato in tanti campi diversi, ascoltando la mia coscienza e credendo così di servire a Dio. Come quasi tutti gli italiani sono cresciuto nell'ambiente cattolico, dove cercavo nelle attività della parrocchia di esprimere il mio desiderio di servizio (ho partecipato per più di 25 anni alle attività dei Boy Scout, prima come educando e poi come educatore), e anche nelle altre opere sociali laiche della mia città sempre rivolte al servizio volontario al prossimo. Ho studiato chimica industriale ed ho lavorato in questo campo per 13 anni, impiegando però tutto il tempo libero e le ferie nel servizio, che vedevo come la ragione della mia vita, mentre che consideravo il lavoro solo come uno strumento per avere i mezzi per poter continuare il mio sogno. Sentivo anche il bisogno di un rapporto più intimo col Signore, di una spiritualità che però non riuscivo a trovare nella parrocchia, nel rapporto col prete, nella messa. Ho cercato di soddisfare questa mia necessità andando in tante di quelle piccole comunità di preghiera che si sono formate ai margini del mondo cattolico (che era l'unico che conoscevo) da gente con la stessa inquietudine, trovando qualcosa in più ma ancora non quello di cui avevo bisogno. Ho collaborato anche con un centro missionario partecipando alle attività svolte a favore delle missioni in Brasile, sia in Italia nelle raccolte dei fondi, che andando direttamente in Brasile, nei periodi delle ferie, nelle missioni in Amazzonia e nelle favelas delle maggiori città, lavorando anche con i meninos de rua. In Brasile ho sentito qualcosa in più, vicino agli "ultimi", a quelli che più avevano bisogno di aiuto, e sono tornato lì diversi anni, accompagnando i gruppi che inviava il centro missionario e alla fine facendo anche da guida agli altri. Gli "Agenti Moltiplicatori di Salute" In quel periodo mio padre si è ammalato di cancro ed è morto in meno di un anno; nei momenti in cui lo assistevo, accanto al suo letto di dolore, ripensavo al Brasile, dove avevo conosciuto gente che con la sola medicina naturale e con la omeopatia riusciva a risolvere problemi di salute anche gravi, salvando la vita a tanta malati, in posti lontani da ospedali e medici, o con gente che non aveva denaro per pagare il medico e le medicine, mentre che io lì nel primo mondo con tutte le risorse scientifiche, tecnologiche, con la medicina moderna, vedevo l'impotenza di tutto questo nel volto sofferente di mio padre. In quei momenti e soprattutto dopo la sua morte, decido un cambio nella mia vita: approfondire lo studio dei rimedi naturali e delle risorse naturali, che prima avevo sempre visto con un certo interesse ma solo a livello di hobby, come un nuova meta nella mia vita: associare allo spirito di servizio anche una conoscenza dell'utilizzo dei doni della creazione di Dio per il benessere degli uomini. Mi misi così a studiare profondamente varie tecniche di terapie naturali, in special modo la Omeopatia, che utilizza rimedi provenienti dal mondo minerale, dal mondo vegetale e dal mondo animale, ed è la più economica da produrre e moltiplicare (forse non tutti sanno che con poche gocce di un rimedio omeopatico se ne produce un altro, e quindi fino a quando si hanno a disposizione bottigliette, acqua e un poco di alcool non finirà mai la propria farmacia omeopatica), ed è per ciò una meravigliosa soluzione dove ci sono tanti problemi e voglia di risolverli. In Brasile assistetti alla formazione di tanta gente che con spirito di servizio verso la propria comunità, e senza essere nessuno di loro medico o paramedico, solo pieni di buona volontà, apprendevano l'uso e la produzione dei rimedi omeopatici e di altre tecniche di medicina naturale, di principi basici di salute e prevenzione, di igiene e nutrizione, e venivano così chiamati "Agenti Moltiplicatori di Salute" , aiutando così le madri di famiglia o gli infermi, in posti sperduti o di estrema povertà, a curarsi efficacemente, con pochissima spesa, ed anche a prevenire i problemi di salute. Mi misi a studiare profondamente, pur ancora lavorando come chimico, e il Signore mi aiutò molto, permettendomi di apprendere rapidamente e con facilità, dandomi l'impressione che quelle nozioni le avessi già dentro di me. Cominciai anche ad applicare le terapie su di me e sui miei familiari ed amici, con un incredibile successo, risolvendo anche alcuni miei vecchi problemi di salute, e incontrando così lo stimolo a studiare sempre più ed a diffondere le mie nuove conoscenze dove fosse possibile. Arrivai ad un punto in cui stavo dedicando sempre più tempo a questi nuovi studi, ed a pensare di lasciare il lavoro di chimico per dedicarmi a questo, pur sapendo che non essendo medico avrei avuto molti problemi, ma il desiderio di insegnare alla gente come usare questi doni di Dio e di mostrarne la efficacia curando chi ne aveva bisogno, era sempre più forte e cominciavo a ragionare più col cuore che con la mente. Il successo Finalmente decido il grande cambio, lascio un lavoro stabile e ben pagato, e ricomincio da capo con la sola certezza di voler diffondere tutto quello che avevo appreso e vedevo funzionare con successo. Un giorno vengo a conoscenza dell'opportunità di andare a Cuba per un congresso sull'uso dell'energia solare (un altro degli interessi che avevo sviluppato) e avendo anche saputo dell'interesse di quel paese per la medicina naturale porto con me la mia valigetta di rimedi omeopatici, per eventuali problemi miei e di quelli che mi sono vicini; così che durante questo congresso internazionale (tre l'altro molto interessante e utile per la mia conoscenza e per i problemi di quel paese), conosco anche un medico cubano che stava dedicandosi alla medicina naturale, con cui speravo di approfondire le mie conoscenze. Mi rendo conto invece che ne so più di lui, e mi ritrovo quindi da aspirante allievo a insegnante, perchè il medico stesso che mi dice cha ha molto da imparare da me; mi invita al suo ospedale dove lavora come endocrinologo, e mi fa dare un piccola conferenza ai suoi colleghi interessati all'omeopatia ed agli studenti della facoltà di medicina presente nell'ospedale, e mi fa partecipare alle visite nel suo studio medico. Nasce così, senza averlo programmato, un lungo periodo di collaborazione col mondo medico cubano, che durò quattro anni, e che mi portò a collaborare con vari ospedali e policlinici, e in ambulatori di medici di quartiere, nelle città de L'Avana e di Santiago de Cuba, in cui insegnavo ai medici interessati la teoria (nei vari corsi che davo) e la pratica direttamente con i pazienti che venivano visitati insieme sia nelle corsie degli ospedali sia nei vari ambulatori, con un gran successo e una altissima percentuale di guarigioni, il che aumentava sempre più le richieste della mia presenza. 

Tutto questo gran lavoro fu completamente volontario e gratuito, sia per le grandi difficoltà economiche di Cuba, in cui un medico guadagna più o meno l'equivalente di 20 dollari mensili, che anche per la mia larga abitudine al volontariato e all'entusiasmo di poter diffondere le mie conoscenze in un terreno tanto fertile e ricettivo, avendo anche la opportunità di verificare le mie teorie in modo così diretto e scientifico. Arrivai anche a dare corsi nella maggiore università di medicina de L'Avana, a collaborare con importanti medici e scientifici del paese, a creare farmacie omeopatiche in ospedali e centri di ricerca ed a collaborare col Polo Scientifico de L'Avana, ed a finire sui giornali e riviste. Se si guarda tutto questo con gli occhi della carne era una grande soddisfazione e un gran successo, anche se non ricevevo nessun compenso e pagavo io stesso i miei viaggi e permanenza, utilizzando i miei risparmi e tornando in Italia ogni tanto per rifarmi un po' dando corsi, conferenze e seminari. Se si guarda invece con gli occhi dello Spirito, era il principio della mia rovina spirituale, in cui il mio ego iniziava a crescere, spinto dall'orgoglio e dalla soddisfazione per i risultati ottenuti e per le continue lodi che ricevevo, con la superbia che cresceva nel vedersi a insegnare a dei medici, anche famosi, e ad essere richiesto da tanta gente.

Dalle stelle alle stalle A quel tempo nella mia ignoranza di cattolico non conoscevo neppure bene la potenza del Maligno, di colui che domina questo mondo, come Gesù aveva già detto tante volte nei vangeli, e mi lasciai ingannare come tutti quelli che contano sole nelle proprie e misere forze umane, anzi credevo sempre più che fosse nella mia abilità e nella mia energia la chiave dei miei successi, scordandomi che era il Signore che mi aveva permesso di imparare tante cose, e che stavo solo usando i doni della Sua creazione. In quel tempo nella mia vana ricerca di una relazione più vicina al Signore, avevo cominciato a credere che tutte le strade portassero a Dio, a ricercarlo anche nelle religioni orientali, o in quelle animiste africane che avevo visto fortemente presenti in Brasile e in Cuba, arrivate in quei due posti con le deportazioni degli schiavi, e cosi mi ero messo anche a studiare questi argomenti, ed a frequentare quelli che oggi, grazie a Dio, riconosco come servitori del principe del male. Ero convinto di fare il bene, di aiutare gli altri, e invece al mio orizzonte c'erano solo le fiamme dell'inferno. Immensamente grazie al nostro Signore Gesù Cristo, che ha pagato i miei ed i nostri peccati su quella croce, lavandomi, lavandoci con il suo sangue divino, e liberandoci dalla morte con la sua resurrezione. Alleluia! Dio, nella sua immensa misericordia e mostrandomi il suo amore, ha voluto salvarmi aiutandomi a frantumare il mio orgoglio, a spezzare il mio ego e la mia superbia, umiliandomi nel momento di massimo successo che stavo attraversando, proprio quando si stavano presentando nuove occasioni anche più grandi per alimentare il mio successo e il mio orgoglio. Per questo mi sono ritrovato in prigione a Cuba, come se di colpo si fossero dimenticati di tutto quello che stavo facendo per quel paese, vedendomi crollare tutto addosso di colpo, come in un incubo, condannato a sei anni di carcere a Cuba, in un penitenziario per soli stranieri, per un'accusa infamante e infondata. Mi ci sono voluti quattro anni per demolire quella corazza di superbia che avevo creato, per togliere l'ego dal trono della mia vita e potermi accorgere che c'era sempre stato un amico al mio fianco, la cui voce non riuscivo ad ascoltare perché coperta dal fragore della mia voce del mio io ferito. C'è voluto tempo e tante umiliazioni per poter così conoscere il mio amico Gesù di Nazaret che ha avuto tanta pazienza e tanta misericordia con me, mandandomi tanti messaggi, che al principio neppure vedevo, e finalmente dei messaggeri che mi hanno portato il messaggio di salvezza, e che mi hanno insegnato come entrare in relazione diretta e intima con Dio, proprio per mezzo del mio amico Gesù che mi ha accompagnato al desiderio più intimo di tutta la vita, quello che non riuscivo mai a soddisfare, quello di sentire la presenza viva e gloriosa di Dio. La conversione La misericordia del Signore si è mostrata su di me, come su tanti altri che in quella carcere lo stavano aspettando anche senza saperlo, e grazie a quelli che lo hanno accettato e hanno messo a Gesù Cristo come unico Salvatore e Signore nel trono della propria vita, è nata in quella carcere di soli stranieri, tutti lontanissimi dalle loro famiglie, una nuova chiesa di Cristo per pura opera dello Spirito Santo che oggi conta quasi 90 nuovi cristiani (fra cui anche italiani), in una popolazione carceraria di circa 180 persone di varie nazionalità e continenti! Tutti noi che abbiamo posto la nostra vita ai piedi di Cristo, che gli abbiamo consegnato tutte le nostre pene e dolori, ci siamo poi posti al suo servizio nell'opera di evangelizzazione all'interno della carcere, e così anche io che ero stato evangelizzato da un altro fratello che aveva ricevuto a Cristo prima di me. Nel mio caso il messaggero che il Signore ha mandato è stato un medico haitiano, il Dr. Marc Duc che aveva studiato medicina a Cuba e che lì stava prestando servizio a fine corso. Anche lui è stato benedetto dalla misericordia del Signore che lo ha messo in carcere per salvarlo del suo io (che però era meno duro del mio dato che a lui sono bastati tre anni di carcere), e molto prima di me ha riconosciuto il nostro amico Gesù di Nazaret e me lo ha fatto conoscere, prima col suo esempio e poi con le sue parole, mettendosi al mio fianco giorno e notte per farmi scoprire quello che avevo sempre cercato. Quando Marc è stato rilasciato, ho preso il suo posto come animatore del gruppo di preghiera nel distaccamento in cui eravamo, continuando l'opera di evangelizzazione che è ormai improrogabile nel nostro cuore. Ho ancora vivo il ricordo di quando abbiamo presentato insieme al Signore il desiderio di servirlo insieme, se questa sarà la Sua Volontà, quando Lui voglia e dove Lui voglia, nel nome del nostro amato Gesu Cristo. Intanto io ho ricevuta la mia libertà fisica (la nostra vera libertà la contiamo dal giorno della nostra conversione), e sto servendo il Signore nella evangelizzazione della mia famiglia.

Per questo cari fratelli, vi chiedo il favore, come lo sto chiedendo a tutti i fratelli che il Signore mi permette di conoscere, di unirvi alle mie preghiere, e di pregare anche per me perché lo Spirito Santo mantenga la mia volontà di servire a Dio in tutti i giorni della mia vita, nel nome glorioso di Gesù Cristo. 

La porta

Emmanuele

Mi chiamo Emmanuele, vivo in un paese fuori Genova.

Più o meno all'età di 12 anni, qualcosa in me si mosse, scoprì quasi per gioco la mia omosessualità che tenni nascosto fino all'età di 15 anni, quando, parlando con una professoressa delle scuole medie mi indicò la strada della psicoanalisi. Dopo 1 anno di sedute non solo il problema non risolse ma piombai in una sorta di depressione che mi portò alla negazione di tutti i valori: spirituali, personali e sociali. All'età di 17 anni, una sera piangendo e in preda a dei forti sedativi mi dissi che era ora di svegliarsi, cominciare a frequentare della gente, coltivare i miei interessi e condividere le mie esperienze con altri uomini. Così fu e cominciò anche il mio calvario, sentivo che c'erà qualcosa che mi impediva di essere totalmente libero, e i dubbi sulla mia omosessualità si fecerò sentire, capivo anche che Qualcosa (ed è maiuscolo non per errore) impediva il buon andamento di una storia d'amore. Cominciò anche la mia ricerca personale di Dio, leggevo molto la Bibbia, cercavo anche di seguire ciò che la Parola mi diceva di fare, con molta difficoltà. Mi appoggiai anche a molte religioni come quella Cattolica, i Testimoni di Geova ed i Mormoni. Nessuna mi faceva sentire un tutt'uno con la natura e con il Signore, c'era sempre qualcosa che si contrapponeva tra me e il mio Dio, e non parlo dell'omosessualità, ancora non credevo fosse uno stile di vita condannato. Intanto mio padre si ammalò, fini all'ospedale, dopo un anno di ricovero scoprirono cosa aveva e lo operarono. La mia vita cominciava a inquadrarsi e mi sembrava tutt'altro che un'opera d'arte, la depressione si fece sentire di nuovo e una sera in preda ad una crisi mi tagliai le vene, proprio ad un gradino dalla morte sognai o almeno è quello che credo, cmq il Signore mi parlò dicendomi che era molto difficile parlare con me, ancor di più con gli altri e mi disse che ora non era il momento che avrei dovuto vedere, e mi consigliò di leggere il cap. 14 del libro di Giovanni Apostolo, mi svegliai dal "sogno" e trovai le ferite perfettamente asciutte nonostante avessi perso molto sangue, lessi il capitolo e capì che dovevo sbrigarmi, il Signore mi attendeva alla porta e io dovevo solo bussare. 

La stessa serà in chat conobbi un ragazzo e parlando mi disse che era evangelico e si trovava bene, all'inizio non domandai molto, ma la cosa mi incuriosì, pensai che se fin'ora nessuna religione mi aveva fatto arrivare così vicino alla Verità dovevo solo informarmi e provare a frequentare.

Così feci, ed una domenica entrai in chiesa, il Pastore notò subito la mia presenza e annunciò alla comunità che era entrata una nuova anima, ancora non capisco perchè, ma incomincia a piangere mi avvicinai al Pastore e lo abbracciai finchè non mi inginocchiai ai suoi piedi, mi alzò mi disse: "Il Signore ti ha mandato, non avere timore qui sei a casa." Pensai che ero arrivato davanti alla porta, ma dovevo ancora bussare. Conobbi anche il ragazzo evangelico della chat e mi innamorai di lui, glielo dissi ma la sua risposta fu negativa, rimanemmo molto amici oltre che fratelli spirituali, io soffrì molto di quel rifiuto, e piansi anche molto, ma una sera piangendo e pregando chiesi a Gesù una mano amica sulla spalla, qualcuno che mi comprendesse e mi dicesse che comunque potevo contare su di lui, e così fu, in un attimo che non potrò mai scordare vidi una Luce, solo nei miei occhi, e l'immagine di Gesù che mi dava la mano e me la stringeva, sentivo che era intorno a me e che mi consolava e comprendeva. In quel'attimo capì che avevo ricevuto anche lo Spirito Santo, e tutt'ora lo sento vivo in me, come una fiammella sempre accesa, avevo accettato il Signore, avevo bussato a quella porta e Gesù mi aprì !!! tutto questo alla fine del 2000. Mi battezzai nel 2001 e ricevetti completamente la benedizione di Dio. Ora sono fidanzato con una ragazza splendida di nome Samantha, ha 18 anni e anche lei è cristiana come me. Che il Signore benedica tutti voi, doni pace e serenità a tutte le persone del mondo.

Giovanni 14:6 - Gesù disse "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" 

Una vita nuova, eterna

Marco

Mi chiamo Marco e sono nato a Parma trentatre anni fa.
Naqui con una grave malformazione cardiaca, tanto che in quegli anni, in Italia, questo tipo di cardiopatia era totalmente sconosciuta: ero affetto da atresia della tricuspide. In questa malformazione cardiaca non c'è connessione tra l'atrio destro e il ventricolo destro e di conseguenza il sangue venoso non può arrivare all'arteria polmonare per poi essere ossigenato dai polmoni.
Essendo il mio caso così grave e sconosciuto, in Italia i medici non avevano la minima idea di dove mettere le mani. Grazie a Dio mia madre in quel periodo lavorava come infermiera nel reparto di pediatria dell'ospedale di Parma e conosceva un giovane cardiologo che all'epoca stava prendendo la specializzazione negli Stati Uniti. Dopo un breve consulto con l'ospedale americano, i miei genitori decisero di provare l'unica carta a loro disposizione: partire per gli Stati Uniti per sottopormi ad un intervento al cuore e lì scoprirono che io ero il quinto caso riconosciuto con questo problema.
Dopo la prima operazione nel 1970, subii altri due interventi, sempre negli Stati Uniti: nel gennaio del 1976 e nel novembre dello stesso anno fui rioperato d'urgenza, a causa di una complicazione. La situazione prima di questa operazione era davvero grave, tanto che anche i medici non avevano molte speranze, ma il cardiochirurgo che mi operò disse ai miei: "Confido nel Signore!"
Nonostante, dal punto di vista umano non ci fossero possibilità, il Signore ha provveduto in modo magnifico ed è grazie a Lui che ora posso raccontare la mia testimonianza.
In quegli anni i miei genitori diedero la loro vita a Gesù e così cominciarono a farmi frequentare la chiesa con loro.
Dopo questi tre interventi, la mia vita iniziò a stabilizzarsi e con il passare degli anni le mie condizioni di salute miglioravano sempre di più. Se fisicamente cominciavo a sentirmi meglio, però, psicologicamente stavo sempre peggio. All'età di 13 anni iniziai a sentirmi inferiore agli altri miei coetanei: non potevo fare sport, attività fisica ed il senso d'inferiorità cresceva di giorno in giorno. Mi sentivo solo e non accettato, mi sentivo escluso, proprio nell'età in cui i ragazzi hanno più bisogno di compagnia e di un gruppo. Le ferite morali erano molto più dolorose di quelle fisiche e fu proprio in quegli anni che decisi di non andare più in chiesa e di seguire la mia strada.
Dopo circa tre anni di solitudine, all'età di 16 anni, trovai un gruppo di amici che avevano tutt'altro tipo di interessi. Non erano sportivi, erano simpatici e mi accettavano per quello che ero; forse perché con loro non avevo mai mostrato il mio vero io. E fu con questo gruppo di amici che iniziai a bere alcoolici, fumare, stare fuori la notte e cercare ogni tipo di soddisfazione possibile. Ovviamente il fumo, l'alcool e la droga, anche se droga leggera, erano distruttivi per la mia salute fisica, ma all'epoca facevano molto bene alla mia salute emotiva. Con quegli amici non avevo bisogno di mostrare certificati medici, non avevo bisogno di rivelare i miei limiti, tutti eravamo uguali, ed a volte io mi sentivo anche meglio degli altri. In tutti questi anni avevo messo il Signore in un cassetto, avevo deciso deliberatamente di proseguire per la mia strada, ero soddisfatto e non ero disposto a tornare indietro e perdere tutto quello che avevo.
Dopo le droghe leggere è naturale arrivare a quelle pesanti, e così iniziai a sniffare eroina, e qualche volta anche della cocaina, e a prendere anfetamine. 
Passavo le notti fuori a divertirmi, lasciai la scuola superiore e devo ammettere che per un po' di tempo ero veramente soddisfatto di me stesso e della mia vita. Dentro di me, però, qualcosa non andava. Sapevo che stavo buttando nella spazzatura la vita che il Signore mi aveva donato. Il 1989 ed il 1990 furono gli anni peggiori della mia vita. Non avevo un lavoro fisso e passavo tutta, e tutte le giornate, fumando ashis e marijuana. A quel punto mi resi conto che la mia vita non poteva continuare in quel modo, avevo ancora paura di perdere i miei amici, ma sapevo che qualcosa doveva cambiare.
Un pomeriggio uguale agli altri, uscendo dal bar dove eravamo soliti incontrarci, incontrai un ragazzo che mi diede un volantino, non mi disse niente ed io non dissi niente a lui. Mi ricordo solo che gli diedi una piccola somma di denaro, non so neanche il perché. Comunque accettai quel volantino e lo lessi molto attentamente, una frase mi colpì in modo particolare: Dio ti ama e ti amiamo anche noi! Ecco quello di cui avevo bisogno, sentirmi amato ed accettato per quello che ero. Penso che il Signore abbia iniziato un opera in quel giorno attraverso quel giovane ragazzo ed attraverso una frase di un volantino. Nonostante quel volantino io, però, proseguii per la mia strada, mi rendevo sempre più conto di essere arrivato al capolinea, ma non riuscivo a prendere l'unica decisione che dovevo prendere: lasciare tutto e correre nelle braccia aperte di Dio.
Qualcosa successe: qualcosa che non era certamente nella mia volontà. Una mattina, tornando a casa trovai un foglio di comparizione in tribunale. Un mio "amico" aveva fatto il mio nome per complicità in spaccio di stupefacenti. Avevo fatto tante cose brutte nella mia vita, ma non avevo mai spacciato nulla. Nonostante questo fui costretto a presentarmi in tribunale per un interrogatorio. Ne uscii pulito, e grazie a questo fatto, trovai il coraggio di dire basta e di allontanarmi dalla droga e da tutto quello che stavo facendo. A quel punto anche i miei amici iniziarono ad allontanarsi da me e così mi ritrovai proprio nella condizione che avevo sempre cercato di evitare con tutte le mie forze: essere solo.
È proprio vero che l'uomo si avvicina al Signore quando perde tutte le possibilità, e così nella mia solitudine incominciai a leggere la Bibbia. Incominciai a leggere la Parola di Dio dal libro dell'Ecclesiaste senza sapere perchè, ma attraverso quel libro, il Signore mi parlò ed iniziò a mettere in me il desiderio di incontrarlo. E proprio nell'estate dei miei ventidue anni, un fratello mi invitò ad un campo per giovani. Dio mi parlò profondamente durante quella settimana e proprio all'ultima sera, decisi di arrendermi e di seguire Gesù.
Sarei un ipocrita se dicessi che da quel momento tutto è andato sempre per il verso giusto. Ho attraversato tanti momenti difficili e tante tentazioni, sono caduto molte volte, ma posso testimoniare che il Signore è sempre stato fedele.
Quello di cui avevo tanta paura, alla fine successe; persi tutti i miei amici, passai molti momenti di solitudine e di dubbi, ma il Signore mi ha dato infinitamente di più di quello che io osassi sperare.
Nonostante il radicale cambiamento nella mia vita le mie condizioni fisiche non erano cambiate: non potevo e non posso fare tutto quello che fanno gli altri a causa delle miei limiti fisici.
Nel '95 mi sposai e con mia moglie stavamo considerando di servire il Signore a tempo pieno. Durante una campagna evangelistica nel '96 ebbi un episodio di tachicardia molto forte (fui ricoverato per degli accertamenti e fui sottoposto ad una nuova terapia medicinale). Questo episodio mi scoraggiò molto, tanto da farmi pensare di non essere in grado di servire il Signore a tempo pieno nell'evangelizzazione. Un versetto, però, cambiò questo pensiero e mi incoraggiò a proseguire: "La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza" 2 Corinzi 12:9.
Non solo Dio mi ha dato una vita che, anche se con molte limitazioni, vale la pena essere vissuta, mi ha donato una splendida moglie ed una bellissima figlia, ma più di tutto mi ha dato la gioia di poterlo servire a tempo pieno come evangelista per poter dire a tutti gli uomini, che Gesù li ama e li sta aspettando.
Marco se ne è andato col Signore pochi anni fa, ma abbiamo voluto mantenere la sua testimonianza perchè questo è quello che avrebbe voluto. Noi che lo conoscevamo abbiamo la gioia di sapere che lo rivedremo un giorno in cielo, quelli che non lo conoscevano possono riflettere su dove andranno loro e i loro cari una volta lasciata questa terra...

Gli idoli del rock

Claudio

Se hai qualche minuto da dedicarmi vorrei raccontarti attraverso quali esperienze ho maturato la decisione di lasciare un’attività divertente, interessante e gratificante per una scelta di vita diversa.
Mi chiamo Claudio Centin, meglio conosciuto come Cinquino, sono nato
a Carpi (MO), nel 1960, ma sono cresciuto a Modena insieme a mia sorella (più giovane).
A quel tempo, i miei genitori gestivano uno dei tanti bar all’aperto, molto alla moda in città, mèta di personaggi eccentrici, nottambuli e viveurs.
Presto iniziai ad aiutarli in quell’attività, prima durante le vacanze estive, poi, poco più che adolescente, in pianta stabile, lasciando la scuola. Terminato il servizio militare, intrapresi l’attività che mi ha
tenuto impegnato per vent’anni.
Il mio ingresso nell’ambito della moda era rivolto specificamente al mondo musicale.
Il negozio che aprii nel centro di Modena, divenne un punto di riferimento per i cantanti rock e i loro fans, perché vi potevano trovare quei capi di abbigliamento ed accessori eccentrici nella cui realizzazione mi ero oramai specializzato e affermato.
In questo modo, ho potuto conoscere artisti di fama mondiale e collaborare con diversi di loro. Ho frequentato ambienti selezionati, partecipato a programmi
televisivi, radiofonici e “fantastici” mega-concerti. Ho avuto riconoscimenti da alcune prestigiose testate giornalistiche e
riviste internazionali specializzate (Vogue pelle, Hard "music", ecc.). Sono stato intervistato da Videomusic, Tmc 2 (La7), Rai Stereo 1 ed altri ancora.
Questi riconoscimenti pubblici, ricercati con tanta fatica, all’epoca mi appagavano ma solo superficialmente perché nel mio cuore c’era un profondo bisogno di andare oltre. Molto spesso restavo deluso dall’ambiente, soprattutto da alcuni di
quegli artisti.
C’era chi si rivolgeva al pubblico popolare, alle “fasce più deboli” ma, mentre sul palco cantava umiltà, uguaglianza e “il bene tra la gente”, fuori sfoggiava e si vantava dell’auto inaccessibile ai “comuni mortali”. C’era chi pensava solo al sesso, calpestando sentimenti, famiglia e
dignità, chi si rifugiava nelle droghe o nell’arrivismo a tutti i costi (a spese dei fans, considerati come “carne da macello”) e chi non esitava, in nome del successo, a fare compromessi politici ed economici.
A venticinque anni, nel 1985, ebbi l’opportunità di affermarmi in campo
nazionale realizzando una linea di stivali, stile western, con materiali naturali (senza usare né pelle, né cuoio) che ottennero subito successo. “Grazie” a questa esperienza, mi trovai a navigare in un mare di problemi (sì, il successo è difficile da gestire!). Apparentemente la mia vita poteva essere invidiata: belle ragazze,
libero accesso nei locali più VIP d’Italia, possibilità di soddisfare tutti i
vizi possibili: sesso, droga, gioco d’azzardo, insomma una vita tutta
“rock”. In realtà, ero vuoto, stanco e saturo di quell’ambiente e di quella vita.
Un giorno, conobbi un musicista di passaggio che mi parlò di Dio e
della Bibbia.
Fino ad allora ero attratto da concetti come l’amore, la pace e le “cose religiose”, ma dopo quell’incontro cominciai a nutrire un vero desiderio di conoscere Dio.
Mi chiedevo, però, se era possibile e come.
Compresi che il primo passo da compiere per comunicare con Lui era la preghiera, ma guardando al disastro, per disordine e peccato, che era stata la mia vita passata, mi domandavo se mai Dio avrebbe ascoltato uno come me.
Beh, l’ha fatto! Nella Bibbia, infatti, Dio promette di ascoltare (e esaudire) chi lo cerca con tutto il cuore, ed Egli, in quanto Dio, mantiene sempre le Sue promesse.
Mi procurai una Bibbia, iniziai a leggerla e chiesi al Signore che mi aiutasse a comprendere la Sua volontà attraverso il Suo Santo Spirito. Inoltre, mi ero messo ad ascoltare assiduamente una radio evangelica locale. Molto lentamente, il Signore cominciò in me un processo di
rinnovamento interiore e di guarigione spirituale (tuttora in corso) e, poco più tardi, mi fece incontrare Cinzia, una ragazza bella e sensibile, che divenne poi mia moglie.
Intervallati da perplessità e incertezze sulla validità della nuova via che avevo intrapreso, trascorsero alcuni anni.
Sul fronte professionale, nel 1987, cominciai a “collezionare” incontri di
lavoro importanti con diverse star del mondo musicale, e a collaborare con alcune di loro (per vedere le foto con i cantanti clicca qui).
Frequentare quegli artisti, anche se “rischioso”, mi condusse a confermare e rafforzare la mia scelta di seguire Dio.
Questi sembravano avere “il mondo in mano”, e i media riuscivano (e riescono!) a “colorare” il mondo dello spettacolo in modo da farlo apparire bello, invidiabile e, soprattutto, a far credere che all’artista
tutto sia permesso. Nella realtà, invece, quello è un mondo finto, di cartapesta, e le loro scelte di vita portavano, e portano, alla deriva. Mi rendo conto che queste cose possono sembrare incredibili a chi le vede dall’altra parte della barricata.
Nella Bibbia, in Romani, capitolo 1, versi da 28 a 32, si legge: “Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti,
abominevoli a Dio, insolenti, superbi , vanagloriosi, ingegnosi nel male,
ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati”.
Ecco ciò che Dio dichiara a tutto il genere umano (non solo agli artisti) che si rifiuta di riconoscere che Egli è Dio e che è stato offeso e ingiuriato dal nostro peccato.
La mia conversione non è stata immediata. Per anni ho continuato a
frequentare, a muovermi in questo “mondo”, distaccandomi da esso un
po’ alla volta. Non è stato un cammino facile.
Cinzia ed io siamo stati derisi quando abbiamo cercato di confortare uno di quegli artisti che attraversava un momento di sconforto.
Una volta “consolato”, si è preso gioco di noi con conoscenti comuni...!

Ora il mio desiderio è di servire sempre più pienamente e compiutamente il Signore.
Nell'autunno del 2002, dopo aver compreso la necessità di dedicare una particolare attenzione alla mia formazione biblica, ho iniziato un corso quinquennale di Cultura Teologica. Conduco infine un programma radiofonico settimanale sull’arte in generale e curo una pagina anch’essa dedicata all’arte in generale per la rivista nazionale di informazione cristiana globale. 
Nel tempo libero realizzo sculture, composte principalmente con materiali riciclati, su temi che si rifanno ai valori biblici.
Questo è solo uno dei modi in cui mi sento di dare onore e gloria a Dio e di esprimere la mia riconoscenza per tutto ciò che Egli ha fatto per me e per la mia famiglia.
Sono sposato con Cinzia, abbiamo due figli: Davide e Luca.

(per gentile concessione: http://www.cinquinos.com/biografia.html)